Notti Selvagge by Sarah Mccarty

Notti Selvagge by Sarah Mccarty

autore:Sarah Mccarty
La lingua: it
Format: mobi
Tags: Hell's Eight vol. 03
ISBN: 9788861836389
editore: Harlequin Mondadori
pubblicato: 2010-01-01T23:00:00+00:00


10

«Dovreste stare più attenta.»

Sally Mae alzò lo sguardo dalla lista della spesa e fissò con aria interrogativa Peter Bloom, il proprietario del piccolo emporio di Lindos, che era dietro il bancone e la fissava corrucciato da sotto le sopracciglia cespugliose. Se si riferiva a Tucker, era già il quinto avvertimento che Sally Mae riceveva quella settimana. Sembrava proprio che i suoi concittadini, pur avendo deciso che era ora che terminasse il periodo di lutto, volessero avere voce in capitolo quando si trattava di decidere con chi dovesse porvi fine.

«A che cosa?» replicò, guardinga.

«A quell’indiano.»

«Quale indiano?»

In paese c’erano diversi individui di sangue misto, ma Sally Mae sapeva benissimo che Peter si riferiva a Tucker. Tuttavia non intendeva dargli la soddisfazione di stare al suo gioco. Detestava i pregiudizi e i pettegolezzi, mentre a Lindos nessuno vedeva di buon occhio i mezzosangue come Tucker. Gli indiani, poi, erano considerati poco più che bestie, anzi, forse erano tenuti in considerazione meno degli animali perché non avevano alcuna utilità, secondo i preconcetti dei bianchi.

Erano passate sei settimane da quando Tucker era partito con Tracker e Shadow per cercare Ari, e da allora Sally Mae si era resa conto più che mai di quanto i suoi concittadini fossero bigotti. Era chiaro che una relazione alla luce del sole con Tucker non sarebbe mai stata possibile a Lindos. Forse non avrebbero potuto vivere insieme in nessun altro posto, ma di sicuro non lì.

«Il Ranger» precisò Peter.

«Volete dire il signor McCade?»

«Proprio lui. È un tipo pericoloso.»

«Stando alle storie che ho sentito su di lui, è un eroe.»

«Sarà…» borbottò Peter, scettico. «Quello che ho sentito dire io è che passa troppo tempo a casa vostra» insinuò.

Sally Mae sostenne lo sguardo indagatore del bottegaio con aria assolutamente serafica, come se non avesse niente da nascondere. «Ovvio, visto che è alloggiato nel mio fienile» ribatté con sussiego.

«Non sta bene. Avreste dovuto mandarlo via, dopo la morte di vostro marito.»

Sally Mae fu invasa da un moto di ribellione per tutte le ingiustizie a cui aveva dovuto assistere in vita sua. Non era giusto che un uomo buono come Jonah fosse morto, così come non era giusto che i suoi genitori fossero stati uccisi o che una brava persona come Tucker fosse vittima di pregiudizi solo per le sue origini.

«Mio marito gli aveva affittato un alloggio nel fienile a prezzo modico e a tempo indeterminato e in cambio il signor McCade avrebbe fatto dei lavoretti in casa e mi avrebbe protetto quando Jonah fosse stato via» replicò Sally Mae. Anche se non era del tutto vero, per Peter sarebbe stata una spiegazione plausibile. «Dopo la morte di Jonah, non l’ho mandato via perché avevo paura e non mi sarei sentita abbastanza al sicuro se fossi rimasta sola.»

Peter emise un brontolio sordo, tossì e sputò il tabacco che stava masticando nella sputacchiera dietro il bancone, con sommo disgusto di Sally Mae.

«Comunque non sta bene che un uomo alloggi a casa di una vedova» insistette.

«Non mi è parso che qualcuno abbia protestato quando Lyle è stato mio pensionante.



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